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Il cappotto termico esterno ha degli svantaggi ?

Abbiamo visto nell’articolo relativo al cappotto termico esterno che questa tipologia di intervento è quella ideale, quando possibile, per effettuare un intervento di isolamento termico della nostra casa.

Leggi l'articolo relativo al cappotto termico esterno

Questo poiché sia il cappotto termico interno sia l’insufflaggio hanno sicuramente dei vantaggi ma anche delle criticità (ponti termici, rischio di condensa interstiziale, ecc.)

Isolamento termico esterno - isolamento termico interno - isolamento intercapedine

Ma vi sono degli svantaggi anche per quel che riguarda il cappotto termico esterno ? Potremmo rispondere in maniera molto semplice e rapida: “no”.

Per rispondere in maniera esaustiva occorre fare una introduzione: l’isolamento termico è la scelta migliore riqualificare una casa. Il patrimonio edilizio in Italia ha certamente bisogno di interventi importanti per risolvere i problemi di dispersione del calore che non erano così importanti all’epoca in cui sono state costruite le nostre case.

Cosa possiamo fare ? Oggi la tecnologia ci offre molte soluzioni, a seconda della situazione in cui ci si trova si può (o si deve) optare per l’isolamento interno, esterno o dell’intercapedine.

Quale è la soluzione migliore per un intervento di isolamento termico ?

La soluzione che prevede l’isolamento termico dall’esterno è sicuramente la migliore perchè:[sociallocker id=”17404″]

  1. rispetto al cappotto termico interno non si ha la riduzione di volume abitabile
  2. rispetto all’insufflaggio permette di isolare meglio e risolvere meglio i cosiddetti “ponti termici”
  3. l’isolamento esterno garantisce risultati migliori anche per quel che riguarda l’isolamento estivo

I ponti termici sono le parti dell’edificio dove il flusso di calore e sono principalmente:

  1. l’attacco dei serramenti sui quattro lati
  2. i pilastri che interrompono l’omogeneità delle pareti esterne
  3. l’attacco tra la parete e il pavimento
  4. l’attacco tra la parete ed il tetto
  5. l’attacco dei balconi

Quindi se la situazione lo consente l’isolamento termico tramite cappotto termico esterno è la soluzione migliore.

Da un punto di vista tecnico abbiamo detto che le altre soluzioni (cappotto esterno o insufflaggio) presentano diverse criticità non risolvibili (vale a dire tutti i punti, dall’1 al 5 dell’elenco precedente).

Anche il cappotto termico presenta delle criticità per quel che riguarda alcuni ponti termici che si possono attenuare.

Rispetto all’elenco indicato sopra (punti da 1 a 5) i punti 1 e 2 si possono correggere facilmente, anzi il punto 2 (i pilastri che interrompono l’omogeneità delle pareti esterne) è assolutamente risolto in maniera implicita poichè il cappotto esterno avvolge l’involuco e quindi anche i pilasti interni alle pareti.

Per i punti 3,4 e 5 ci sono delle soluzioni tecniche possibili per attenuarli, ovviamente in fase progettuale devono essere presi in considerazione e analizzati con precisione per scegliere la modalità migliore per correggerli.

Diciamo che il ponte termico dell’attacco dei balconi è quello più critico: nella immagine qui sotto possiamo notare che il pannello isolante (in blu) si interrompe all’altezza del balcone e riprende in basso. Ovviamente la struttura del balcone (la zona tratteggiata), essendo a contatto con la zona soffitto/pavimento interna (anch’essa tratteggiata nell’immagine) faciliterà la dispersione del calore.

isolamento termico - ponte termico balcone prima dell'interventoUna possibile soluzione è la seguente (presa da un caso reale):

isolamento termico - ponte termico balcone

Dopo la posa dell’isolamento termico sulle pareti verticali, all’intradosso (il lato inferiore) si possono posare 8 cm di xps, mentre in testa e sull’estradosso (il lato superiore) sono stati posati 5 cm (per motivi di ingombro).

Per ridurre ulteriormente gli spessori degli isolanti utilizzati sul balcone si può valutare l’impiego dell’Aerogel, materiale che ha delle caratteristiche isolanti eccezionali (con costi decisamente più alti rispetti ai materiali tradizionali). In questa pagina viene mostrato come attenuare il ponte termico di un balcone con questo prodotto.

Un’altra possibile criticità si può avere quando la facciata è composta da klinker. In tal caso per garantire la qualità della posa nel tempo occorre verificare la tenuta del materiale sulla facciata e, se tale materiale non garantisce la stabilità nel tempo, occorre rimuoverlo.

Un’alternativa alla rimozione del klinker è il ricorso alla soluzione del cappotto termico meccanico che prevede un ancoraggio che possa assicurare la stessa stabilità di un cappotto “tradizionale”.

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Cappotto termico esterno: quali sono allora gli svantaggi ?

Ci si può domandare quindi: ma ci sono degli svantaggi nello scegliere questa soluzione ? Come abbiamo già detto: la risposta è “no”.

Se di svantaggio si può parlare possiamo dire che il cappotto esterno ha un costo maggiore rispetto agli altri interventi, i motivi sono molto evidenti: in taluni casi (edificio a più piani) occorre un ponteggio, la posa del materiale è più articolata (ricordiamo che oltre ai materiali di qualità occorre che la posa sia realizzata “ad opera d’arte” e per questo occorre seguire il metodo Cortexa, che è “la Bibbia” dei posatori).

Ma non dobbiamo considerare semplicemente i costi ma soprattutto il rapporto costi/benefici:

  • ricordiamo che, dato che un intervento di isolamento è detraibile al 65% (per in condomini si può arrivare al 75%), il costo effettivo finale del’intervento è pari al 35% del suo importo
  • se si spendono, ad esempio, 5.000 € in più rispetto ad altri tipi di interventi, il costo effettivo che si paga in più sarà di 5.000 * 0,35 = 1.750 €
  • il cappotto termico esterno ha un impatto sulla riduzione dei consumi decisamente maggiore rispetto agli altri interventi
  • dato che il costo di un intervento di cappotto esterno prevede anche la tinteggiatura finale (cosa che ovviamente non è prevista per l’insufflaggio), nel caso di necessità di risanamento della facciata è ovvio che intervenire con un cappotto esterno è la soluzione migliore perchè sarebbe illogico pensare di insufflare le pareti e tinteggiare la facciata: grossomodo si spenderebbe una cifra simile avendo però un risultato inferiore in termini di isolamento dell’edificio.

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Ovviamente ogni intervento di isolamento va valutato caso per caso ma in linea generale possiamo dire che il costo extra di un cappotto esterno è molto probabilmente compensato dai maggiori benefici a livello di riduzione dei consumi e di comfort.

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7 Comments

  • Marco ha detto:

    Buongiorno, dallo schema di isolamento del terrazzo mi pare che posando l’aerogel si alzi il piano del terrazzo, creando un gradino con i pavimenti interni. Oltre a questo, l’aerogel ha buone caratteristiche di resistenza al “calpestio”?
    Grazie

    • Ecostili ha detto:

      Salve, sì l’Aerogel può essere utilizzato anche per isolamento di pavimentazioni. Per maggiori informazioni può vedere le caratteristiche dell’Aerogel SPACELOFT che trova a pagina 4 di questo documento disponibile sul sito http://www.aeropan.it

  • Riccardo Perseo ha detto:

    Salve,
    Attico anni 50/60 mura perimetrali da 30cm con intercapedine vuota chiusa da 10cm, vorrei fare insufflaggio con fiocchi di cellulosa per abbattimento termo acustico e sull esterno un cappotto da 6/8cm con sughero o lana di roccia. Soluzione per non ridurre la dimensione del terrazzo perimetrale. Dubbio se fare l’insufflaggio o lasciare l’intercapedine vuota e aumentare a 10cm il cappotto.
    Altro dubbio se intervenire con taglio delle mazzette delle finestre per inserire monoblocco, o risvoltare il cappotto con qualche materiale tipo aerogel.
    Grazie di una risposta.

  • Giovanni ha detto:

    Ho dubbi forti sul cappotto esterno.
    So che i muri traspirano e verso le esterno disperdono il vapore acqueo della attività umana.
    E per ovviare a muffe condense batteri che si formano sui muri insieme ai cattivi odori, si consiglia sempre ventilazione forzata e prese d aria.
    In un condomino che ha già mezzo secolo di vita si creano dei danni e disagi sicuri a fronte di rimedi tutti da verificare, e spesso i benefici sono molto diluiti nel tempo , oltre la vita dei residenti.
    Distinti saluti

    Giovanni

    • Ecostili ha detto:

      Salve, come può vedere in un nostro articolo solo il 2% del vapore acqueo prodotto nell’abitazione viene espulso tramite le pareti. Quindi il cappotto non può essere la fonte di condense e di muffe dato che, in aggiunta, aumenta la temperatura superficiale delle pareti e quindi evita che si raggiunga il cosiddetto “punto di rugiada”.

      Detto questo occorre ricordare che la qualità media dell’aria nelle case è molto scarsa per cui un sistema di ventilazione meccanica non è solo consigliato per evitare problemi di umidità interna (molto spesso aumentata non dal cappotto ma dalla sostituzione degli infissi) ma per effettuare un necessario ricambio dell’aria.

      Per quel che riguarda i benefici del cappotto termico la loro efficacia è certa e immediata. Se non si è d’accordo con questa affermazione si può certamente evitare di fare un intervento di isolamento e continuare a far uscire il calore dalle pareti della propria abitazione.

  • Claudia Magliacane ha detto:

    Quanto tempo può durare un cappotto esterno di un palazzo senza rifare tinteggiatura?

    • Ecostili ha detto:

      Salve, la durata del cappotto può arrivare a oltre 40-50 anni se la posa viene eseguita correttamente.
      Su tale argomento suggerisco l’articolo del consorzio Cortexa (Cortexa è un progetto associativo nato nel 2007 che riunisce le più importanti aziende specializzate nel settore dell’Isolamento Termico a Cappotto in Italia)

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